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Le balle dei media


Per una volta la balla non nasce dai Marcianò Bros, che, qui, si limitano a riportarla: intendiamoci, non che ripetere falsità senza prima verificarle sia meno grave che inventarsele di sana pianta.

Iniziamo col dire che questa è una chiara testimonianza del bispensiero di Straker, Zret e compagnia cantante di sciachimisti convinti.
Essi sostengono infatti che i media tradizionali (giornali e televisione) siano completamente succubi dei cattivoni che dominano il mondo (il Vaticano, i Gesuiti, i sionisti, gli Illuminati, i massoni, il NWO, i Rettiliani e chi più ne ha più ne metta) e quindi siano, per definizione, non solo inaffidabili ma proprio volontari complici, cercando essi consciamente di fare il lavaggio del cervello alla popolazione mondiale (la «marmaglia formata da omuncoli passivi, rinunciatari, pavidi, codardi, insulsi e incapaci di articolare un semplice ragionamento», come Zret ci definisce affettuosamente).
Questo fino a che non spunta qualche “servizio” che parla di una delle loro amate ipotesi di complotto: in quel caso, e solo in quel caso, il media in questione diviene affidabile ed onesto al di là di ogni dubbio, senza bisogno di alcuna verifica delle sue affermazioni, solo perché sostiene le loro paranoie.

Prendere una posizione chiara e non ballerina ma soprattutto intelligente, pensare cioè che i media siano inaffidabili sempre e quindi andare a verificare tutto ciò che espongono prima di ripeterlo a pappagallo, a prescindere che confermi o meno i proprio pregiudizi, come fanno le persone intellettualmente oneste, pare troppo difficile per loro:
  • partono col dividere il mondo in «buoni» e «cattivi», come i bambini o chi non ha voglia di darsi da fare per giudicare, e scrupolosamente, caso per caso;
  • poi decidono che i «buoni» sono loro e che chi non è con loro è ipso facto «cattivo» (tale e quale un certo George W. Bush tra l’altro, che loro identificano come «cattivo» e a questo punto sorge spontanea la domanda: cosa distinguerebbe «buoni» da «cattivi» se entrambi usani gli stessi, identici metodi?);
  • terminano decidendo che una persona passa da «cattivo» a «buono» e di nuovo a «cattivo» in un batter di ciglia, solo perché a loro così gira in quel momento.


Fatta questa doverosa premessa, analizziamo il tanto sbandierato «servizio della KSLA» sulle «scie chimiche», questo (la versione sottotitolata in italiano si trova qui, ma conoscendo i metodi truffaldini degli sciachimisti, nostrani e non, meglio guardasi l’originale):





La prima affermazione riguarda “strani” incroci di scie che si vedono nei cieli di Stamps, Arkansas, però si omette di dire che Stamps si trova in una regione molto trafficata dal punto di vista aereo:
  • è situata tra i due più grandi VOR della regione (Texarcana ed El Dorado);
  • è vicina all’aerovia Victor V278, la più grande tra le aerovie che collegano est ed ovest degli Stati Uniti;
  • è vicina ad un MOA (Military Operating Area);
  • sopra di essa si intersecano ben tre rotte molto importanti (Atlanta–Dallas, San Antonio–New York e Houston–Chicago), roba da passaggio di un aereo ogni cinque minuti in media (quindi ci sono anche dei picchi di maggior frequenza).
Di fronte a queste considerazioni, è ancora così inspiegabile che, in caso di condizioni favorevoli in quota, le scie di condensazione siano numerose, e che si intersechino, visto che si intersecano le aerovie di cui sopra?
Quindi già partiamo male, con informazioni a dir poco lacunose.


Si passa ad un altro classico dei fanatici delle «scie chimiche», cioè la “strana” persistenza delle scie in cielo.
Le scie di condensazione prodotte dai motori sono né più né meno che nuvole indotte dall’azione dei motori stessi: perché la persistenza di una nuvola in cielo risulti incomprensibile a questi signori, autore del “servizio giornalistico” compreso, non è dato sapere.


A seguire, viene affrontato il tema del bario trovato in campioni di acqua piovana, ma ancora una volta l’inviato della KSLA, Jeff Ferrell, si guarda bene dallo specificare un paio di cosette molto interessanti a riguardo, e cioè che il bario è un elemento molto comune in natura e soprattutto che l’Arkansas è, tra gli stati degli U.S.A., uno dei più ricchi di tale elemento.

Ci viene anche rivelato che Bill Nichols, il cittadino preoccupato che compare nel video e che ha fornito i campioni da analizzare, afferma di aver visto cadere del pulviscolo subito dopo il passaggio di alcuni aeroplani: d’accordo che il bario è pesante, ma per vederlo cadere subito dopo il passaggio degli aerei è necessario che essi volino a poche centinaia di metri dal suolo, non certo a chilometri. E poi, se si è trovato nel bel mezzo di una nube tossica, come mai è ancora in buona salute?
Però magari il giornalista si è espresso male, od ho capito male io, quindi andiamo avanti.

Va considerato che, per compiere analisi che abbiano un minimo di valore probatorio, è necessario procedere al prelievo con opportune cautele per evitare ogni tipo di contaminazione accidentale e non per niente ci sono degli specialisti che sono pagati per farlo in modo accurato (una figura professionale che quindi non esisterebbe se si trattasse di un’incombenza alla portata di chiunque, senza richiedere conoscenze particolari e mirate): chi ha realizzato l’intervista non si è preoccupato di chiedere nulla a tal riguardo a Nichols.
Per fortuna ci viene in soccorso lo stesso Nichols, che, nei commenti al video su YouTube sotto lo pseudonimo grandmacaesar, scrive:

hi, i'm the guy in this video with the jar of goo---"bill nichols, concerned citizen". i've just posted a few pix from the last 6 months of spraying on my "grandma caesar" myspace page in the photo section.

i put 2 clean bowls there specifically because i wanted to catch what was falling. i don't recall exactly when i put the bowls there, but they were there for about a month before i contacted ksla.

Cioè, per la raccolta dei campioni di acqua piovana egli ha usato dei barattoli che ha tenuto sul retro del suo pick-up scoperto per circa un mese, prima di portarli ad analizzare.
Roba di una professionalità esemplare, non c’è che dire.


Fin qui il curatore del “servizio giornalistico” sulle «scie chimiche» ha già inanellato una bella serie di omissioni e facilonerie che rendono il suo operato molto, ma molto, approssimativo, però il meglio deve ancora venire.

Infatti nelle analisi mostrate nel video e riportate qui proprio da Bill Nichols alias grandmacaesar, si legge chiaramente che il livello di bario misurato è di 68.8 µg/L (cliccare sull’immagine per ingrandirla):



Ora, µg significa »microgrammo» cioè milionesimo di grammo e un litro d’acqua pesa un chilogrammo, cioè mille grammi: facendo il rapporto (un milionesimo di grammo diviso mille grammi) si ottiene un miliardesimo, detto anche ppb (part per billion, cioè appunto parte per miliardo).
Analogamente mg sta per «milligrammo», cioè millesimo di grammo, e mg/L dà come risultato un milionesimo, detto anche ppm (part per million).

Ovviamente un milligrammo è mille volte un microgrammo (e viceversa un microgrammo è un millesimo di milligrammo), quindi la tabella di conversione sarà:

1 mg/L = 1 ppm = 1000 ppb = 1000 µg/L

1 µg/L = 1 ppb = 0,001 ppm = 0,001 mg/L


Tutto ciò per evidenziare che Jeff Ferrell dice una sciocchezza grossa come una casa quando se ne esce con l’affermazione:

The results, a high level of barium, 6,8 parts per million, more than three times the toxic level set by the EPA.

Il risultato è un alto livello di bario, 6,8 parti per milione, più di tre volte il livello tossico stabilito dall’EPA.


La bestialità dell’affermazione consiste nel fatto che 68,8 µg/L = 68,8 ppb NON sono 6,8 ppm BENSÌ sono 0,0688 ppm, ossia ben cento volte di meno di quello che si sostiene in quel bell’esempio di “giornalismo investigativo”.

Essendo il limite stabilito dall’EPA per le acque potabili (e comunque in natura esistono tranquillamente quelle non potabili, senza che ci sia dietro nessun complotto) di 2 mg/L = 2 ppm = 2000 ppb = 2000 µg/L, come visibile qui, la concentrazione di bario trovata nei campioni analizzati, ben lungi dall’essere più di tre volte (il 300%) del massimo consentito, è appena poco più di un trentesimo (il 3,3%) di tale limite: alla faccia degli alti livelli di bario trovati nell’acqua piovana e dovuti alle «scie chimiche».

Il grande scoop del servizio speciale consiste tutto in questa rivelazione sugli alti livelli di bario, scoop che crolla miseramente come un castello di carte appena si compiono un paio di elementari conversioni delle unità di misura.
È mai possibile che chi ha redatto questa benedetta “inchiesta giornalistica” non si sia accorto della monumentale farloccaggine riportata? E idem chi ha deciso di metterla in onda?
Certo, nessuno è obbligato a conoscere le unità di misura e non demonizzo nessuno per questa mancanza, ma il mestiere di un giornalista dovrebbe essere quello di fare informazione e di cercare fonti sicure e fidate per le notizie che diffonde: per informarsi sulle unità di misura non doveva mica disturbare un premio Nobel, gli bastava rivolgersi ad un maestro delle elementari.

Alla fine, ma proprio alla fine, il cosiddetto “inviato speciale” della KSLA si decide ad andare da qualcuno che ne capisce qualcosa in materia, però solo per farci sapere quanto sia pericoloso il bario se assorbito in quantità eccessive: e grazie al cavolo, anche l’acqua in quantità abnormi è mortale, ma fare due conti della serva prima di andare in giro a gridare al lupo e diffondere notizie false e panico ingiustificato è troppa fatica, vero Jeff Ferrell, vero redattori vari del telegiornale della KSLA, vero pecoroni coi paraocchi sostenitori delle «scie chimiche» assortiti che spammate questo video ovunque capiti, senza un minimo di cognizione o di criterio?


Le balle dei Marcianò Bros


Come anticipato nel precedente articolo a riguardo, i Marcianò Bros sono cospirazionisti tutti d’un pezzo, indi per cui la quale non possono assolutamente fare a meno di infilare i mitici «elicotteri neri» nel complottone totale e globale di cui si ritengono disvelatori, quello ormai famigerato delle “scie chimiche”.
Ché non sono mica i figli della serva, loro: gli »elicotteri neri» ci stanno in tutte le ipotesi di complotto di tutti gli altri e ci devono stare pure nella loro, uffi!

Quindi, sono tornati all’attacco con un post (qui e qui) dove ci presentano una collezione di «calabroni» che avrebbero ripreso, dicono, mentre solcavano i cieli di Sanremo (la numerazione è stata aggiunta da me):




Ma dico io, più viene spiegato che se si propongono delle immagini schifose (in quanto sottoesposte e riprese in controluce) poi non ci si può lamentare del fatto che è praticamente impossibile distinguere i colori e men che meno gli identificativi, più ’o professore mostra delle immagini scadenti, e adesso pure minuscole?

Tanto per fare un esempio, la foto 5 si riferisce ad una nostra vecchia conoscenza, l’AB-412HB Grifone della Guardia di Finanza, come già dimostrato in precedenza, e Zret passa dal presentare questa immagine:


al presentare questa:



Visto l’andazzo, ormai mi aspetto da un momento all’altro che postino una roba del genere:


Misterioso elicottero nei cieli di Sanremo:
notare la livrea senz’ombra di dubbio nera
nonché la totale assenza di identificativi.



Ma sono grato ai due fratelloni imbroglioni fissati con le “scie chimiche” per quest’ennesima uscita bislacca, perché mi da modo di dimostrare che se presentano immagini indecifrabili, lo fanno di proposito per i loro fini propagandistici e non perché non ne abbiano a disposizione di migliori.
I fermo-immagine 1 e 2, infatti, provengono da questo loro video:



Ora, a parte che si tratta quasi certamente dello stesso elicottero filmato in momenti diversi, nel video è ripreso molto meglio di come ci viene mostrato in quei due obbrobri microscopici.
Si vede bene ad esempio che ha dei colori che definirei tutt’altro che militari o mimetici, e soprattutto si riconosce chiaramente la presenza dei contrassegni del velivolo, come questo mio screen-shot mostra (cliccare su di esso per ingrandirlo):



Perché non mostrare un’immagine come questa, invece di quelle scelte da ’o professore e ’o comandante?
Troppo esplicativa?
Troppo poco enigmatica?
Non è utile per dare a bere ai lettori che Sanremo sarebbe infestata da «calabroni» sospetti assai, indaffarati nell’operazione “scie chimiche”?

Se a qualcuno interessasse, trattasi di un per nulla misterioso SA-315B Lama della Aérospatiale facente parte della flotta della ancor meno misteriosa EliOssola: più esattamente si tratta di questo modello, fotografato, guarda il caso, durante una missione anti-incendio a Borgo d’Oneglia, una ventina di chilometri in linea d'aria da Sanremo (ringrazio John per la precisazione).
Quanto scommettiamo che anche gli altri elicotteri sarebbero facilmente identificabili, se solo qualcuno si decidesse a diffondere riprese un minimo decenti invece che degli aborti di immagini come quelle finora proposte dai Marcianò Bros?

Inoltre mi sembrava di aver già chiarito che dalle parti di Sanremo, tra mare davanti, montagne dietro, confine di fianco e ricconi come turisti, vedere svolazzare «calabroni» di tutti i tipi (dalle forze dell’ordine ai Vigili del Fuoco, dal Pronto Soccorso alla Guardia di Finanza fino ad arrivare a mezzi privati di ogni genere), dovrebbe essere praticamente la norma: per favore, che qualcuno avvisi Straker e Zret che loro vivono appunto a Sanremo, proprio questa Sanremo, provincia di Imperia, Liguria, Italia e non a San Remo, Victoria, Australia.

Se poi qualcuno vuol farsi due risate, consiglio la lettura degli scopi che avrebbero questi temibilissimi elicotteri, visto che i fratelli Marcianò, al solito, se ne inventano a iosa, uno più ridicolo dell’altro e naturalmente manco mezzo che sia anche solo minimamente provato.

Le mie preferite preferito sono:

Gli elicotteri, sulla base di rilevazioni radar o di altro tipo, cercano di neutralizzare o di allontanare da siti prossimi ad installazioni militari o di interesse strategico, sfere di origine non terrestre, forse sonde.

e

I velivoli, con i loro passaggi a bassa quota, intimidiscono testimoni oculari di avvistamenti U.F.O. e ricercatori che investigano fenomeni come le chemtrails, i pittogrammi nei campi di cereali, le misteriose mutilazioni animali, le zone contraddistinte da aberrazioni magnetiche e gravitazionali etc.

Chi infatti, alla vista di un elicottero, non si sente atterrito e spaventato, preso dall’irrefrenabile impulso di fuggire a gambe levate, soprattutto dopo aver avvistato un UFO?

Non sarà che questi benedetti “ricercatori” si sentono intimoriti dal passaggio di un semplice e normalissimo elicottero per la stessa ragione per cui vedono misteri e complotti sotto ogni sasso, e cioè perché affetti da paranoia galoppante?